venerdì 2 giugno 2017

Recensione "Insegnami a vedere l'alba" di Josh Sundquist

Buongiorno ragazzi!
Come state? Sono passati davvero troppi giorni dal mio ultimo post: dopo aver letto Lady Midnight ho avuto un lunghissimo blocco del lettore (dovuto anche agli esami imminenti😅). Oggi, però, ritorno con la recensione di Insegnami a vedere l'alba, romanzo di Josh Sundquist, edito da Giunti Editore. Dopo aver letto Forse un giorno di Colleen Hoover, cercavo dei romanzi che presentassero dei protagonisti con  disabilità, per poter conoscere ed apprezzare esperienze di vita diverse dalle mie. Insegnami a vedere l'alba è il primo romanzo di questo tipo che ha catturato la mia attenzione, ecco quindi per voi la mia recensione. 
Enjoy!

Titolo: Insegnami a vedere l'alba
Titolo originale: Love and First Sight
Autore: Josh Sundquist
Editore: Giunti Editore
Pagine: 193
Data di pubblicazione: 26 Aprile 2017

Sinossi:
L'amore è più di quel che vedono gli occhi. Will, pur essendo cieco dalla nascita, decide di frequentare un liceo pubblico, vincendo i timori della madre iperprotettiva. Inizia così un'esilarante tragicommedia: in mensa si siede sulle gambe di un compagno, una ragazza ha una crisi di nervi convinta che lui la stia fissando... Per riparare, Will si offrirà di aiutarla a scrivere un articolo su una mostra di Van Gogh: impresa difficilissima, perché a Will mancano totalmente il concetto di prospettiva, di colore, e Cecil deve spiegargli ciò che vede evitando qualsiasi metafora visiva. Quando a Will viene offerta la possibilità di affrontare un'operazione sperimentale che potrebbe ridargli la vista, il padre, medico, cerca di dissuaderlo perché i casi di successo sono rarissimi e le ricadute psicologiche spesso pesantissime. Ma Will decide di rischiare e le conseguenze, seppur inaspettate e difficili da superare, gli rivoluzioneranno meravigliosamente la vita.




“Se si ascolta con attenzione, si impara che ciascun assembramento di corde vocali produce vibrazioni uditive diverse dagli altri. Le voci sono le impronte digitali del suono.”

Come vi ho già anticipato prima, questo non è un romanzo YA come tutti gli altri: il protagonista è un non vedente fin dalla nascita. Dopo diversi incidenti avvenuti in età infantile, i genitori hanno deciso di iscriverlo a una scuola per ciechi ed ipovedenti. Lì ha imparato a gestire la sua diversità e a non farsi governare da essa. Will non ha la possibilità di vedere il mondo esterno, ma ciò non vuol dire che abbia una percezione difettosa della realtà. La sua mente si è sviluppata in maniera diversa: riesce a riconoscere oggetti ed elementi esterni in base al tatto. Riconduce ogni cosa al tatto, all'olfatto e all'udito. Molti pensano che le persone cieche riescano ad immaginarsi un elemento dopo una nostra descrizione dettagliata dello stesso. In realtà, la maggior parte delle nostre spiegazioni e descrizioni sono fondate proprio sul senso visivo e quindi non sono di alcun aiuto. La realtà probabilmente  da loro viene percepita e sperimentata in modo diverso, ma le sensazioni e le emozioni che questa scaturisce sono sempre le stesse, se non ancor più amplificate.


«L’alba» dico, riportando l’attenzione al presente. «Non capisco. Tutti non fanno che parlarne. Sì, voglio dire: anche io mi alzo dal letto tutte le mattine quando si spegne la sveglia, ma nessuno scala montagne per guardarmi e farneticare su quanto sono bello. Che ci sarà mai di così grandioso in un’alba?» «Tutti i colori. Così tanti e amalgamati insieme.»”[...] «Ma cosa può esserci di così bello in un amalgama di colori? Sarà un po’ come un amalgama di odori, no? Sì, insomma, tipo nella caffetteria della scuola... che non è certo una cosa per cui starei in piedi tutta la notte e mi farei tutti quei gradini, te lo assicuro.» Cecily ridacchia. «In questo caso, i colori lavorano insieme; non sono in competizione l’uno con l’altro. Non è come in mensa. Hai presente alla cena del Ringraziamento, quando senti gli odori di tutti quei cibi che però si fondono insieme in un profumo sublime?» [...] «Oppure possiamo ricorrere al suono, per fare un altro esempio. L’atrio della scuola è rumoroso, giusto? Una cacofonia di suoni che si scontrano fra di loro. Mentre un’alba somiglia più a un’orchestra. Molti strumenti diversi che si armonizzano fra loro a creare una musica fantastica. Rende l’idea?» Colgo lo stupore nella sua voce ed è quello, più delle parole, a farmi capire cosa intende dire. «Sì, certo, rende eccome.» «E quindi riesci a immaginare com’è un’alba, adesso?» mi chiede speranzosa. La sua ingenua convinzione che io possa riuscirci mi turba un po’. Non voglio deluderla. Ma nemmeno mentirle. «Sincero?»«Sincero sarebbe preferibile, sì.»«In tal caso, no.» Cerco di dirlo in tono scherzoso, per addolcirle la pillola.

Quando a Will viene data l'opportunità di entrare in un progetto di sperimentazione per poter riacquistare il senso visivo, non se lo fa ripetere due volte. Da adolescente qual è, all'inizio non si rende conto delle difficoltà che un'operazione del genere può presentare. L'elemento, infatti, che mi è piaciuto di più di questo testo è stata proprio la verità e la realtà con cui l'autore ha descritto questo suo percorso. Ci sono degli scrittori che avrebbero esclusivamente presentato questa possibile operazione in maniera molto vaga e alla fine il loro protagonista avrebbe detto "Non ci posso credere: ci vedo!!". Questo purtroppo nella vita reale non è possibile. Un'operazione è sempre rischiosa e comporta sempre dei rischi: solo una piccola percentuale delle persone che si sottopongono ad operazioni sperimentali riescono ad ottenere l'effetto desiderato. Non viviamo in un mondo idilliaco e fiabesco: c'è sempre qualche problema dietro l'angolo. Josh Sundquist questo lo sa bene: non ha presentato questa possibilità come se fosse un miracolo o come la soluzione a tutti i problemi di Will. E' stato molto leale in questo: non ha illuso il lettore su un lieto fine sicuro. Nel testo, infatti, ha inserito ogni possibilità e ogni margine di errore. Io studio medicina e posso affermare che ogni cosa detta in questo libro è reale e ci ho ritrovato molti degli studi fatti in questi anni. Ho apprezzato moltissimo il lavoro di ricerca dell'autore, perché dimostra quanto ci tenga a raccontare una storia reale e a non illudere i propri lettori. 

«Poi riuscirò a vedere? È così?»«Oh, no, Will, quello è soltanto l’inizio. È dopo l’intervento che comincia la vera fatica.»

Naturalmente non è un trattato sui non vedenti: il romance è sempre presente. Will infatti dall'inizio si  Ã¨ sentito molto legato a Cecily, una ragazza che è scappata via piangendo la prima volta che l'ha visto perché pensava la stesse fissando. Anche lei ha delle difficoltà da dover superare e Will in questo la aiuterà molto. Sono due spiriti affini ed è stato molto toccante leggere come riescano ad interagire, a conoscersi e ad aiutarsi a vicenda.


Io cercavo un romanzo in cui le disabilità venissero analizzate e descritte in maniera vera, per poter capire realmente cosa provano le persone da queste affette. Non volevo il solito inutile romanzo in cui le difficoltà e le diversità vengono presentate e descritte in modo sommario e ben poco reale. 
Quindi, se volete leggere una storia in cui, oltre all'elemento romance, c'è anche scoperta di se stessi e  responsabilità nel compiere delle scelte importanti, Insegnami a vedere l'alba è proprio il romanzo che fa per voi. 



Voto: 
Non solo bellissimo, 
ma anche molto istruttivo e reale. 


Note sull'autore: 
Josh Sundquist, motivatore di successo accolto anche alla Casa Bianca e atleta paralimpico di sci, ha catturato un grande pubblico grazie al suo calore umano e alla sua ironia. Il suo Amputee Rap ha quasi un milione di visualizzazioni su YouTube. E' autore di due memoir bestseller negli Stati Uniti, Just Don't Fall e We Shoul Hang Out Sometime



-Mari
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